giovedì 26 aprile 2012

Stagione di... Bieta

Presto arriveranno le nostre Bietole! Andate a farne incetta al 
Mercato Laurentino, BOX n°2 ORTO DEL QUINTO
Siamo aperti da Martedì a Sabato dalle 7:30 alle 13:30 
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Bietolone
Nel Medioevo, in particolare nell'Italia del Nord, era diffusa l'idea che mangiare bietole portasse a diventare poco coraggiosi, tanto che in diversi trattati militari dell'epoca, in uso anche negli eserciti legati ai nobili Savoia, era proibito il cucinare queste verdure nelle mense militari. Ed è da lì che deriva "bietolone", cioè "persona insulsa".
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La Bieta
Il termine Bieta(beta vulgaris) deriva dal celtico e significa “rosso”, per via della costolatura e della radice che rosseggiano.
La bietola o bieta (Beta vulgaris), appartenente alla famiglia delle Chenopodacee, è una varietà di barbabietola da orto, e si divide in bietola da coste e bietola da foglie, che si differenziano tra loro per la forma delle foglie. 
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Storia
La bieta, detta anche erbette, nella sua specie originaria fu oggetto di raccolta alimentare fin dalla preistoria, essendo diffusa spontaneamente nei litorali sabbiosi del bacino del Mediterraneo.
Tanto pregiata era la pianta, che le selezioni per ottenere foglie più grandi cominciarono addirittura tremila anni fa ad opera dei Babilonesi. In alcuni scritti greci del 420 a.C. la bieta fa la sua comparsa col nome di beta.
Gli Etruschi e i Romani né annoveravano diverse varietà:
una bianca, una rossa, e una a costole sottili che diede vita ai piatti betacei di Apicio, tanto che i gaudenti del tempo le ricercavano come contorno a piatti sostanziosi.
Marziale invece definì le biete “inconsistenti mero cibo di operai”, perché anche le classi povere ne facevano gran consumo, mangiandole lessate o in zuppe di verdure, o facendone cuocere le radici sotto la cenere.
Nel corso dei secoli dalla pianta originaria sono derivate le erbette da orto, le coste, le rape rosse e quelle da zucchero.
Delle biete si studiarono anche le proprietà terapeutiche, come riporta il “tacuinum sanitatis” del XIV sec.: “…il loro succo toglie la forfora dalla testa e scioglie il ventre…”
In Europa la coltivazione era diffusa già nel XV secolo, soprattutto nei monasteri.  Inizialmente veniva coltivata per le sue foglie, in seguito si diffuse anche il consumo della radice (specialmente la variante rossa). 
Lo sviluppo delle colture di barbabietola è strettamente legato alla scoperta dello zucchero che se ne può estrarre.
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Varietà
La bietola da orto chiamata anche "erbetta"
Bieta a costa argentata Bionda di Lione;
Bionda da taglio Triestina;
Verde Liscia da taglio;
La bietola Lucullus caratterizzata da foglie a bolle e arricciature.

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In Cucina
La bietola da foglie si trova spesso nei mercati; è molto tenera e si può gustare lessata o cotta al vapore, e condita semplicemente con olio, oppure accompagnata a pietanze in umido.


La bietola da coste, deve essere cotta separando le coste dalle foglie, poiché i tempi di cottura sono molto differenti: 5 minuti per le foglie, 15-20 minuti per le coste. Si mangia lessata o cotta al vapore, nelle minestre e minestroni, negli sformati, nelle frittelle.
A questo link troverete alcune ricette con la Bieta da Coste.

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Proprietà
Anche le bietole, come le altre verdure e frutti di fine primavera, si caratterizzano per una ricchezza in vitamina A e vitamina C.
Ricche anche di ferro e rame che associandosi alle vitamine presenti del gruppo B, fanno delle bietole una verdura antianemica, utile ai vegetariani.
E' molto indicata per ripulire l'intestino; contribuisce a tenere in forma l'apparato cadriovascolare, decongestiona e disinfiamma scottature, ascessi, ezchemi, emorroidi ed eruzioni cutanee. 
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Valori Nutrizionali per 100 g
Calorie: 19 kcal 
Carboidrati: 3.74 g
Proteine: 1.8 g
Grassi: 0.2 g
Fibre: 1.6 g
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Curiosità
27-29 Aprile, Festa dell'Olio e della Bieta
Se in questo periodo vi trovate nei pressi della Slovenia, andate a visitare Padena, un antico, tipico villaggio istriano, circondato d'alberi di ulivo.
Dal 27 al 29 Aprile si terrà la Festa dell'Olio e della Bieta, con un programma ricco di eventi!
Oltre all’olio d’oliva, in prima linea ci sarà anche la bieta, con la quale, secondo i racconti dei paesani, nel 1885 i loro antenati “costruirono” il campanile che si erge a fianco della chiesa di San Biagio, patrono del paese.
Si narra, infatti, che col guadagno ricavato dalla vendita della bietola invernale ed estiva, i paesani hanno contribuito al finanziamento della costruzione del campanile.
Con questa verdura la gente del luogo prepara tanti piatti deliziosi, come le “muleze istriane” - tipo di sanguinacci dolci di bieta e riso, oppure le seppie con bieta e polenta.(Fonte)

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